Santuario di Santa Maria delle Grazie – Voghera (PV)

di Gustavo Ferrara
copertina santa maria delle grazie

Il Santuario di Santa Maria delle Grazie è una delle chiese più antiche di Voghera, e l’unica, con i dovuti restauri, a giungere integra fino ai nostri giorni nelle sue forme tardogotiche-rinascimentali. Il pregevole edificio di culto fa inoltre parte dell’omonimo convento, presieduto dai padri Francescani.

Cenni storici

La prima testimonianza di un edificio di culto nel luogo dell’attuale chiesa di Santa Maria delle Grazie risale al 1153, quando papa Anastasio IV conferma la dipendenza di un insediamento di monaci benedettini dall’abbazia di S. Marziano di Tortona. Questo monastero passò nel 1410 all’Ordine dei frati Predicatori, comunemente detti Domenicani.

Pio V Ghislieri in un ritratto di El Greco

Pio V Ghislieri in un ritratto di El Greco

Nel 1492 vi fu sicuramente un intervento edilizio di un certo rilievo, possibilmente una ristrutturazione dell’edificio precedente, che venne riconsacrato nel 1511 venendo dedicato a Santa Maria del Rosario. L’edificio di culto si mantenne in buono stato per tutta l’età moderna, ospitando nel 1518 il giovane Antonio Ghislieri, poi diventato papa col nome di Pio V, e poi santo.

Con l’avvio dell’età napoleonica si concluse invece un lungo periodo di tranquillità per le chiese, e non solo quelle vogheresi. In questo caso particolare, finì il secolare possesso del monastero da parte dei Predicatori: nel 1805 il convento, soppresso, viene ceduto alla città di Voghera, e da allora svolse alternativamente la funzione di abitazione, stalla, di nuovo chiesa e ancora magazzino militare. La chiesa fu riaperta al culto nel 1858 e due anni dopo ritornarono i francescani: riguardo a quegli anni il Maragliano ricorda che essendo lui “in giovane età”, nella chiesa “ad ogni pilastro che ne divide le cappelle erano appesi altrettanti quadretti rappresentanti la passione di Cristo, davanti ai quali solevasi recitare il Rosario”.

Nel 1870 il complesso cambia ancora destinazione, divenendo in parte di uso militare e in parte asilo infantile: quest’ultimo nel 1871 contava 220 bambini ricoverati. Circa cinquant’anni dopo, nel 1926, avvenne l’ennesimo cambio di utilizzo, quando i Francescani ottennero di poter occupare il convento, che così venne restaurato e restituito al culto il 1° luglio 1927, dedicandolo a Santa Maria delle Grazie.

Recentemente l’edificio è stato restaurato nel suo complesso, e in particolare nel 2009 furono restaurati tre antichi crocefissi, uno dei quali risalente al XV secolo.

Caratteristiche della chiesa e opere d’arte

il campanile

il campanile (lato sud-ovest)

L’edificio è interamente costruito in laterizi a vista, e non presenta tracce di intonaco all’esterno. Dalla strada sono visibili il lato meridionale, la facciata e il campanile. Riguardo al già detto lato sulla strada, è diviso orizzontalmente in due parti una superiore e una inferiore; nella prima, scandita da lesene e decorata con un motivo a laterizi nel sottogronda, vi sono aperte delle finestre con arco a sesto ribassato affiancati alle lesene; nella seconda troviamo un cleristorio composto da bifore i cui archi interni sono sorretti da una colonnina sempre in laterizi.

La facciata combina elementi tardogotici e del primo rinascimento. Ai primi appartengono le decorazioni del sottogronda ad archetti trilobati in cotto , il rosone e i contrafforti, mentre al secondo le due finestre ad arco a tutto sesto e il portale cinquecentesco, forse proveniente da un altro edificio. il tutto è scandito da sei contrafforti, due dei quali (quelli interni) non rispecchiano la struttura interna della chiesa, ma hanno una funzione estetica, racchiudendo idealmente il rosone e il portale.

L’interno dell’edificio è a navata unica, e degli archi ogivali trasversali dividono le sette campate. Ai lati un numero pari di cappelle, cui si accede da archi a tutto sesto sorretti da pilastri a base quadrata. Un recente intervento ha collegato le cappelle tramite aperture praticate nei muri divisori.

Nell’arcata trionfale furono eseguiti, a partire dal 1941, un grande affresco ad opera del pittore milanese Cesare Secchi.

Per concludere, rileviamo che l’impianto dell’area presbiteriale risale probabilmente al quattrocento, mentre la copertura, a volta, è da ascrivere forse ad un intervento del secolo successivo: questa presenta una serie di affreschi, tra cui i più interessanti si trovano nelle lunette. Questi ultimi risalgono al XVI secolo e rappresentano vari personaggi, tra cui San Domenico, San Pio V e la Beata Osanna Andreasi.

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Fotografie geolocalizzate di Voghera e del suo territorio

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